Credo che una recensione debba sempre esplicitare i criteri con cui studia, quindi valuta, un testo. O, se lo spazio è ristretto (come di solito e comprensibilmente è, su internet), fare almeno in modo che quei criteri siano implicitamente riconoscibili.
Spesso invece, anche sui giornali, mi capita di leggere questi due tipi di recensioni:
– il tipo autobiografico, che riporta momenti, modi, sensazioni che hanno caratterizzato l’incontro tra il recensore e l’opera in questione (o anche tra il recensore e l’autore dell’opera)
– il tipo apodittico, che vuole sottolineare la riuscita di un testo attraverso aggettivi, superlativi, evidenze che evidenti non sono
Ora, il primo tipo è un genere del tutto rispettabile, che può avere anche una valenza culturale (ad esempio quando un autore riconosciuto parla di un altro riconosciuto), ma è qualcosa che appartiene più alla narrativa che alla critica. O alla memorialistica. Il secondo invece procede per affermazioni decise ma soggettive, inconfutabili in quanto non verificabili, e dunque inutili.
In entrambi i casi insomma (e nel secondo più che nel primo) mi sembra che il lettore non guadagni nessuno strumento, o quasi, che possa aiutarlo nella decifrazione del testo. E se è vero che recenseo vuol dire esaminare, dunque essere aderenti all’oggetto, quelle semplicemente non sono recensioni.
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Un pezzo su Frolloni per La Balena Bianca
Oggi su La Balena Bianca un pezzo su “corpo striato” di Riccardo Frolloni.
Altra critica qui.
Un pezzo su Zucchi e uno su Garrapa
Oggi escono due cose: un pezzo sull’ultimo libro di Alfredo Zucchi per Grado Zero e una nota critica che accompagna alcuni testi di Gianluca Garrapa su La poesia e lo spirito.
Altra critica si trova qui.
Per Grado Zero un articolo su “Omissis” di Carlo Bellinvia
Su “Quanti” di Flavio Santi per La Balena Bianca
Esordisco su La Balena Bianca con un pezzo a proposito di Quanti di Flavio Santi.
Altra critica qui.
Un articolo su Ipotesi di felicità di Pellegatta
Esce oggi su Grado Zero l’analisi di Ipotesi di felicità di Alberto Pellegatta, uscito per Mondadori nel 2017.
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