Dal 9 all’11 settembre, a Torino, si terrà Presente! Festival del reale, organizzato da Neutopia. All’interno, la mostra Z.T.L. Zona a Traffico Liminale, in cui verranno esposti anche estratti dal Manifesto del liminalismo.
È uscito il nuovo numero di Neutopia, Cancellature. Compare al suo interno la mia poesia modalità reale, e il QR code per accedere alla sua versione video.
Nel frattempo, su Il cucchiaio nell’orecchio leSpore 62 e 60 e negli USA, su Word For/Word, il Manifesto del liminalismo preceduto da una introduzione di Francesco Aprile.
Altre poesie e Spore si possono leggere qui, altri casini liminalisti e video qui.
Sul n.12-13 di Es-Kupe, rivista cilena, Rogelio Cerda parla del Manifesto del liminalismo (realizzato con Francesco Aprile, Andrea Astolfi, Gianluca Garrapa, Cristiano Caggiula) e ne dà una anche una propria rielaborazione poetica (e visiva, e critica).
Oggi, su Il cucchiaio nell’orecchio, una nuova Spora, la n. 16 – per un progetto di poesia diffusa. Altre poesie (e Spore) si possono leggere qui.
Contemporaneamente, su La Repubblica di Bari, è uscita una intervista a Francesco Aprile, di Vittorino Curci. Tra le domande una dedicata al liminalismo:
[Trascrizione testo:
«Che cos’è l’asemic writing?
La scrittura, nelle sue diramazioni, si è aperta sempre più al suo rimosso, a tutto ciò che la stampa ha estromesso dalla produzione del testo, tornando a dialogare con quel “resto” che le logiche della produttività avevano escluso (colore, materia, oggetti e materiali extra-letterari, gesto ecc.). Con l’asemic la scrittura è sottoposta a svuotamento, liberando lo scrivere.
Quali sono le principali tendenze nella poesia sperimentale di oggi?
La poesia, nelle sue forme di ibridazione, mi sembra legata a uno schema che vede il trionfo di forme di “resto” e mutualità di base nel dialogo tra codici differenti. Dai code poems (codici che sono al tempo stesso programmazione e poesia) all’asemic, dal glitch ai pwoermds (one-word-poems) la scrittura dissolve la sua realtà nel possibile. Nel glitch l’errore rompe la superficie lineare, emergendo senza montaggio, nei code poems e nei pwoermds emerge sempre una estraneità, ovvero una lingua poetica in un codice, una parola all’interno di un’altra. Siamo nel trionfo di una lingua straniera nella lingua.
Nel marzo scorso lei, insieme con Andrea Astolfi, Cristiano Caggiula, Gianluca Garrapa e Antonio Francesco Perozzi, ha lanciato il Manifesto del liminalismo. Può dirci di che si tratta?
Il manifesto del “Liminalismo” nasce da premesse autosabotanti. Abbiamo posto al centro il gioco, mettendo in crisi la produzione testuale eseguendo sessioni di scrittura in contemporanea su un paper di Dropbox. Ognuno modificava in tempo reale le porzioni di testo che gli altri stavano scrivendo. Ad ogni sabotaggio per Dropbox l’autore cambiava, non era più il creatore del testo, ma diventava l’altro, quello che magari aveva cambiato anche solo una virgola. Stiamo lavorando sul capovolgimento degli strumenti della produttività digitale in oggetti di spreco. A giugno pubblicheremo i risultati del nostro lavoro con/e sull’intelligenza artificiale. Ci interessa il processo, la scrittura non è sottoposta a postproduzione.»]
Per felice coincidenza, escono oggi due articoli che, pur parlando nello specifico di esperienze diverse, tengono conto delle crisi del linguaggio e della società contemporanee, e si pongono domande sul ruolo della letteratura e dell’avanguardia in esse.
Il primo, è l’articolo Contro il presenzialismo di Davide Galipò, uscito su Neutopia. All’interno delle nuove esperienze di avanguardia di scrittura, Galipò considera e analizza anche il liminalismo. L’articolo si può leggere qui (mentre per sapere cos’è il liminalismo, andare qui).
L’altro articolo è La scrittura asemica e quello che significa, e segna il mio esordio sulla neonata ma già notevolissima rivista lay0ut magazine. Si può leggere qui.
Per altri miei discorsi critici consultare la pagina critica e teoria.
Nell’ultimo numero di utsanga, si battezza il progetto collettivo che avvio insieme a Francesco Aprile, Andrea Astolfi, Cristiano Caggiula e Gianluca Garrapa.
Come prima tappa, una sessione di scrittura eversiva simultanea. Se ne possono vedere tracce video qui e un manifesto di estratti qui.
A margine, come contributo individuale al numero, compare anche il terzo episodio del mio Programma Per Una Complicazione Cronica Dell’Esistente. Si può leggere qui.